Descrizione Lavori
Le Vesti dell'Anima: the space between...
Trieste
La sua pittura mescola al colore polvere di quarzo, sabbia, ossido di ferro, oro, lava, tessuti: in un'alchimia di materiali e gestualità dà forma e anima alle sue visioni interiori. Nelle sue opere immagini di corpi femminili e talvolta anche maschili paiono emergere dal profondo di una memoria lontana eppure fortemente presente, in un alternarsi di suggestioni diverse dove al sentimento si sovrappone il desiderio, al tormento la speranza, al dolore l'accettazione di sé. Ora Consuelo Rodriguez, pittrice, scultrice e poetessa triestina, in attesa di una borsa di studio che la porterà a lavorare a Pechino, si presenta con una nuova serie di dipinti nella mostra intitolata “Le vesti dell'anima: the space between...” che si inaugura alla Lux Art Gallery di via Rittmeyer, questa sera alle 18.30, con la presentazione di Darius Bork, direttore del Freies Museum di Berlino.
Formatasi alla Scuola Libera di Figura con il maestro Nino Perizi a Trieste, per poi approfondire la sua preparazione alla School of Visual Art a New York e all’Accademia d’Arte a Salisburgo con l'artista iperrealista spagnola I. Quintailla, con l’azionista viennese H. Nitsch, la Rodriguez ha avuto modo di sperimentare il proprio lavoro su grandi formati a Chicago con i Zhou Brothers.
Nell'esposizione che si sta per aprire oggi proprio i grandi formati appaiono rinnovati di un'inedita forza espressiva: una serie di tele nere viene a fare da introduzione a ciò che viene poi, smembrando, cancellando il ricordo del corpo per alludere invece alla veste: una veste che a sua volta intende riferirsi ad un'anima. Ritornano quindi i colori chiari, i bianchi già protagonisti di molti suoi lavori, mescolati a tessuti, reti, materia cromatica differente a conferire plasticità e profondità a qualcosa di invisibile e inafferrabile: “In queste ultime opere il mio interesse si è spostato sull'essenza umana, sull'anima. Ho voluto esprimere la sua impalpabilità ma anche i suoi colori, movimenti, diversità con l'immagine delle sue vesti - ci racconta Consuelo Rodriguez -. 'Lo spazio tra..' che è nel titolo della mostra, sta ad indicare quello spazio indefinibile che c'è all'interno di noi, fondamentale come il silenzio tra due note, che dà vita e che rende l'opera unica, in questo caso l'essere umano.”
Accompagnano le opere alcuni versi di “ Tatoo”, la nuova raccolta di poesie dell'artista che verrà presentata in occasione del finissage lunedì 9 gennaio.
Franca Marri
Le Vesti dell’Anima: the space between…
Conosco l’artista Consuelo Rodriguez da circa due anni. Entrambi, allora, siamo stati invitati ad una degustazione di funghi e tartufi a Stridone da parte del gallerista Giorgio Parovel, nostro amico comune e siamo andati subito molto d’accordo.
Consuelo è una persona estremamente positiva e piena di gioia di vivere. Dal suo temperamento appassionato è possibile senz’altro riconoscere le sue origini spagnole, ma ella è pur sempre Italiana, elegante e nobile.
Questa fusione, tra le sue personalità, emerge anche attraverso la sua arte.
Nei suoi primi lavori si coglie chiaramente la natura selvaggia, grazie alla scelta dei colori ed al tratto del pennello, ma anche la sensibilità e l’elevatezza dal modo di delineare i volti.
Sin dal primo momento l’ho associata all’artista spagnolo contemporaneo Menendez-Rojas, oltre che all’italiano Modigliani, che sicuramente figura tra i grandi modelli della Rodriguez.
Non è mia intenzione, comunque, porre confronti nell’ambito della storia dell’arte, né etichettare.
Un tempo, i corpi delle sue figure erano espressi in forme barocche e con colori dalle tonalità terrose. Le sue attuali opere, invece, sono più astratte e più ridotte… potremmo anche dire più concentrate sull’essenzialità di forma, colore e composizione. È da considerare inoltre l’elemento legato alla matericità. I lavori sin dall’inizio han lasciato emergere una loro tridimensionalità. Nei suoi ultimi, di quest’anno, la Rodriguez va ancora oltre, arrivando a lavorare la materia quasi come in un collage, raggiungendo così una dimensione completamente nuova della profondità.
Le immagini arrivano ora quasi all’astrazione e le forme dei corpi si possono appena intuire, cosa che a mio avviso testimonia un’evoluzione artistica importante.
Penso che ogni quadro di questa serie si possa paragonare ad un prezioso solitario ed è così che ogni lavoro vien anche presentato nell’ambito della mostra.
Riduzione anziché pienezza, concentrazione anziché dispersione… L’evidenza della capacità espressiva e la libertà completa offerta all’immaginazione permettono all’osservatore di arrivare a proprie interpretazioni, motivo per cui l’artista stessa, in questa esposizione, rinuncia consapevolmente alla scelta di titoli.
Le immagini vengono accompagnate in forma testuale soltanto da alcuni versi della sua nuova raccolta di poesie, TATTOO, dando così al visitatore la possibilità di entrare più profondamente nel mondo dell’artista.
Darius Bork
Curatore
MOSTRA CONSUELO RODRIGUEZ.
La pittura di Consuelo Rodriguez si inserisce in un 'percorso aperto' nel quale il colore - ampiamente sfigurato dal segno perimetrante del carboncino - cerca di dare una risposta alle pienezze dei corpi/membra: lo riscontriamo nelle sue opere.
Quasi sempre le tele dell'artista aprono ad una interessante soluzione sintetica del colore a monocromo. Infatti, ogni sua opera è segnata da un monocromo tonale di tipo scalare e che la caratterizza: SOGNO CONCRETO (2013) con terre bruciate; NON SENZA DI TE (2013) con il viola; ANIME IN COLORE (2013) con polveri di quarzo che ne esaltano l'ocra e l'arancio; INSIEME NOI (2013) con un violento gioco di rossi violenti e velanti.
Una interessante ricerca figurativa, quella proposta da Rodriguez, che si orienta nel spiazzare l'ordinario modo di vedere, fruire ed esperenziare un 'qualsiasi corpo'.
Smaterializzando il corpo l'artista giunge, infatti, a due stadi di apprendimento e tracciamento; nel quale si può riscontrare una raffigurabilità che trova una dicotomia tra le sintesi: 'post costruttivista' (semplicità nelle forme) e 'post umanistica' (posture attoriali e sceniche)'.
Un contorsionismo centrifugo che di certo provoca onde campiturali, rotondità mascherate dall'idea di svuotare i tratti fisiognomici per creare automi, fantasmi, corpi liberi che devono solamente parlare, amare e sentire con una 'gestualità manierata soft'; erede, quest'ultima - a mio avviso - di una ricerca sul 'corpo immateriale' iniziata, nella storiografia artistica Novecentesca, con due importanti figure: Egon Schile (1890-1918) con lo stile shieliano; Oskar Kokoschka (1886-1980) con il suo lirismo compositivo.
Infine, Rodriguez, nega il volto ed i suoi tratti somatici: creando una 'gerarchia del profano' angeli che vivono in più tempi, dimensioni sovrapposte; tutti elementi che vanno oltre l'iconografia sacra generalmente riconosciuta.
Il suo linguaggio pittorico è un rituale con il quale l'artista sembra far risorgere la Venere di Willendorf ed altre figure angeliche e dionisiache per mezzo di una ricerca sull'astrazione antropomorfa; tutto questo per esprimere le lotte della vita, che gli esseri umani dividono tra il bene ed il male: funzione catartica della gioia e della sofferenza.
Gabriele Romeo
Venezia, li 26 marzo 2016
NON SENZA DI TE
Qualche artista possiede il dono di sapersi esprimere con le parole e con le immagini, esplicitando il pensiero sul duplice versante dell’ascolto e della visione. Consuelo Rodriguez fa parte di questa schiera e sa che le parole sono importanti per trasmettere un messaggio, ma sono le immagini che parlando agli occhi arrivano direttamente all’emozionalità. E tanto è pacata e “romantica” nelle sue poesie, tanto è forte, incisiva e istintiva nelle sue tele. Intitolandola “Non senza di te” la Rodriguez presenta una rassegna nella quale ha selezionato una trentina di quadri realizzati negli anni recenti e che propongono visioni che sono finestre sul mondo interiore, narrazioni visive per riflettere sui valori dell’esistenza e sull’importanza degli incontri. La scelta degli strumenti coloristici (sabbia, polvere di ferro e di quarzo, polvere vulcanica dell’Etna e vari acrilici e pigmenti) già anticipa il linguaggio espressivo della sua pittura: forte, gestuale e reso incisivo attraverso la stesura a spatola di varie stratificazioni coloristiche che si basano su una scala cromatica essenziale, che privilegia il rosso, l’ocra, il grigio e l’azzurro. I soggetti rappresentati sono sempre uomini e donne senza connotazioni, dotati di statuaria plasticità, fluttuanti nella campitura della tela quasi a voler sconfinare: le figure sono delineate attraverso i colori e l’apparente assenza del disegno preventivo conferisce quell’atmosfera onirica che fa sì che la riconoscibilità sia affidata a sottili allusioni emotive che nascono dall’ispirazione lirica dell’artista. Il tratto appare sempre melodico, anche se l’artista a volte interviene sulle sue apparizioni con contornature a gessetto per evidenziare l’intensità emozionale. Non c’è mai nessun riferimento ad oggetti che possano richiamare la quotidianità: la scena è affidata esclusivamente ai corpi che si muovono senza peso in uno spazio atemporale, con una vitalità che diviene gioco allusivo in una perfetta composizione dei piani e in un sapiente dosaggio dei chiari e scuri. L’attenzione dell’artista non è rivolta ai particolari e tantomeno alla verosimiglianza: si concentra sul gesto pittorico in sé, su quel scavare nella tela alla ricerca di memorie, equilibrando suggestione e narrazione, rivelandosi nel ritmo disegnistico che genera figure partendo dallo sfondo, prendendo forma per porsi e porre domande.
In una società (cosiddetta moderna) in rotta di collisione perché basata sull’uso distorto della razionalità, Consuelo Rodriguez trasforma il pensiero in gesto pittorico creando fotogrammi di sogni, proiezioni di riflessioni, sensazioni di coinvolgimento, spostando in avanti la linea dell’orizzonte che separa soggetto e oggetto, pensiero e azione: riconosce nel mistero e nella sensualità il ruolo di viatico affidabile per affrontare il percorso tortuoso della sensibilità, guardando a nuove porte che si aprono su mondi interiori e percorsi diversi che portano all’incontro tra anime che ripudiano la superficialità e la banalizzazione. Certo, la Rodriguez appare spiazzante, in parte sul piano intellettuale e in parte su quello emotivo, ma la sua arte ridà vita alle immagini del corpo che diventa sogno, dove l’anima sembra staccarsi dalla fisicità, prefigurando la possibilità che esista quel “doppio”, quel nostro doppio che vive una vita diversa da quella del corpo, ricordandoci come sia impossibile separare il mondo in soggetti e oggetti, allo stesso modo di come appare impossibile pervenire a descrizioni deterministiche della sensibilità. Nei mesi scorsi, dopo un viaggio in Germania, la Rodriguez aggiunge alla sua classica tavolozza l’oro e ribalta la proporzione delle opere, che abbandonano la preferenza verticale per l’impostazione orizzontale: un’ulteriore apertura, uno spalancarsi (sottolineato da filamenti rossi) su nuovi livelli di rottura con le costrizioni, conferendo visione alle sue esperienze di vita, là dove la tensione tra l’essere e l’esistere diventa punto di incontro ma anche di scontro tra due tensioni. Segnica e coloristica, l’espressività creativa rimane punto di incontro tra anime, percorso interiore che parte dalla femminilità metamorfica e si libera nel riconoscimento dell’amore e degli amori, dei messaggeri spirituali come dei maestri di vita, a volte ammalianti, altre volte severi, ma sempre fondamentali, da far esclamare - comunque - non senza di te, da cui il titolo della mostra.
Franco Rosso
Dicembre 2013
Anima in sogno
Una pittura forte, densa, sofferta è il principio della sua visione.
Un percorso interiore iniziato da giovanissima che ha permesso a Consuelo Rodríguez di creare un linguaggio pensato e sentito che alterna la parola scritta calma e meditata, alla gestualità istintiva della pittura.
Il colore è il segno distintivo delle sue opere, steso a strati sovrapposti, a spatolate larghe, con una scelta di toni che via via passa dai bruni avvolgenti ai celesti, ai blu, ai rosa per
tornare al calore e sensualitàdei rossi; quel colore di una densità inaudita e profonda conferisce ai dipinti quali La femme folle, 2007 o Sensualità del diavolo, 2007 un significato che va al di
là del soggetto, non più modellatore di formema impasto che ci proietta nel mondo interiore di Consuelo Rodríguez.
Consuelo scava nella tela, come essa fosse la sua memoria, scava nel profondo del suo io per ritrovare le radici della propria emotività, alla ricerca di un ricordo. In questo modo, da quei fondi magmatici e corposi, a fatica prendono forma le figure, apparizioni da un altrove mai dimenticato, incerte e fumose sulle prime, ma sempre più evidenti quando l’artista interviene direttamente contornandole con il carboncino nero a sottolineare ancor di più l’intensità delle emozioni.
Sono momenti di intima partecipazione in cui le figure appaiono bloccate in un attimo sospeso, in attesa di giudizio (Conoscersi quanto?, 2006; Il sospetto, 2007), oppure fotogrammi di un sogno, proiezioni d’intensi desideri come per Gli amanti, 2007, in cui la sensazione di coinvolgimento dei corpi e delle anime è totale e sottolineato ancor di più dalle spatolate di rosso carminio.Per lei uomini e donne sono senza connotazione, nunzi di un mondo immaginifico al confine tra la vita e la morte, latori di messaggi universali fondati su profonde verità.
I corpi non hanno peso, fluttuano, in uno spazio senza tempo, si allungano, si torcono, vivono.
Il segno è forte e a tratti violento ma le movenze rimangono armoniose, calme quasi i corpi si muovessero in un contesto senza gravità. E’ il pensiero che si concretizza in gesto pittorico.
Quando poi Consuelo Rodríguez toglie alle figure il contorno a carboncino e permette alla pittura di restare libera senza limiti e costrizioni grafiche allora c’è la svolta, un cambiamento
importante, un passo verso la maturità pittorica.
E’ il gioco illusorio della compenetrazione dei piani, basato su una visione cromatica forte e decisa, che imprime dinamismo e movimento alle nuove composizioni, come in Voluttà,
2007 o Vento, 2007 o ancora La madre, 2007, che ci ricorda alcune soluzioni degli inizi del 1900 e per questo forse il più narrativo dei quadri esposti in questa personale.
In fuga, 2007 è forse il punto d’arrivo di questa nuova fase pittorica: i corpi ormai liberati da ogni costrizione sembrano lanciati verso lo spazio; la loro carica dinamica li spinge fuori dai limiti della tela, mentre l’uso sapiente dei chiaro-scuri dona alla composizione la giusta ed equilibrata compresenza di pieni e di vuoti; il corpo della donna, illuminato da dense pennellate bianche, appare deformato dalla corsa, mentre l’uomo rimasto in una zona d’ombra, sembra sfumare verso il fondo, come un ricordo che appare sempre più lontano. Non c’è bisogno di altro, ogni elemento è in armonia; nulla è lasciato al caso. Una pittura coinvolgente e affascinante che ammalia per la misura sapiente di piani, masse e luce che permettono a Consuelo Rodríguez di raggiungere il giusto equilibrio pittorico tra narrazione e suggestione.
La danza/la nostra danza/tra la vita e la morte/noi così in bilico/tra prigioni di ghiaccio e cancelli infuocati...
Così alcuni versi di una nuova poesia nata contemporaneamente alle ultime prove pittoriche diventano suggello dell’indissolubile legame tra pensiero e azione.
Federica Luser
Settembre 2007